Ogni tipo di impresa ha obiettivi da raggiungere, ostacoli da superare, domande alle quali trovare risposta. Per soddisfare queste esigenze è necessario raccogliere, ordinare e analizzare tutte le informazioni del caso, così da poter avere conoscenze sufficienti per mettere in campo le migliori tra le azioni possibili.
Eppure ancora oggi molte aziende continuano a organizzare i dati in fogli Excel, così da renderne quasi inservibile il reale sfruttamento. Utilizzando dei veri e propri strumenti di Business Intelligence in azienda è invece possibile trasformare grandi quantità di dati strutturati e destrutturati in informazioni preziose: vediamo come.
Business Intelligence: che cos’è?
Nel corso degli anni, va sottolineato, sono state date molte definizioni differenti di BI: parliamo infatti di un concetto che è stato introdotto negli anni Sessanta, quando si è iniziato a studiare dei sistemi in grado di supportare in modo scientifico i manager nei più importanti processi decisionali.
Possiamo guardare alla Business Intelligence come a un sistema molto ampio composto da processi, modelli, metodi, strumenti e persone. Tale sistema ha l’obiettivo trasformare dei dati di per sé grezzi in informazioni strategiche per lo sviluppo dell’impresa: per fare questo si parte dalla raccolta e dalla “pulizia” dei dati dell’azienda, per poi elaborarli, strutturarli e analizzarli per ottimizzare i processi aziendali. Rientrano nel campo della BI anche le attività di conservazione e di presentazione intuitiva e semplificata delle informazioni raccolte, così da poter contare nel tempo di supporti efficaci e flessibile.
Sotto l’ombrello della Business Intelligence sono confluiti diversi metodi. Una definizione aggiornata e completa di BI non può essere tale per esempio senza nominare i concetti di Business Analytics e di Data Mining, nonché di visualizzazione dei dati e di best practice.
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